Nel lontano 1968 quando, quand’eravamo meno che ventenni,
– da “figlio dei fiori” (eravamo quelli che gridavano: non fate la guerra, fate l’amore … mettete dei fior nei vostri cannoni …)
– nell’epoca della Contestazione Giovanile e del Concilio Vaticano 2° (La Chiesa nel mondo contemporaneo)
Contestavamo ed urlavamo manifestando la nostra rabbia davanti alle palesi ingiustizie:
- portando i capelli biondi e lunghi alla Nazzareno, contrariamente a quelli cortissimi dei militari;
- indossando bracciali di ferro e rame, anziché d’oro e d’ argento…. Jeans e stracci colorati al posto delle pellicce …
Tutto questo fino a quando il “Sistema” che contestavamo ha reso tutto questo (capelloni, bracciali, ecc.) una “moda” svuotandoli così del loro significato e condannandoli a morire come qualsiasi moda…
D’allora è chiaro che non si deve distruggere ma costruire un’alternativa che sia di “modello”.
La migliore contestazione non è l’”urlare”, bensì l’avere e concretizzare una “proposta alternativa” a ciò che si sta contestando.