Il potere dell’unione e della sincronia nella cooperazione.

Cipad desidera condividere una storia di successo, dovuto alla capacità di collegamento, sintonia e cooperazione tra differenti organizzazioni locali che hanno partecipato facendo bene ognuna la propria parte di competenza. Il risultato è la “salvezza” e la “professionalità” che sta dando senso alla vita di Q.A.O. minore accolta e cresciuta presso il Villaggio Obbitu di Cipad

05/06/2025

Il potere dell’”unione e della sincronia” nella cooperazione nell’assistenza a chi è più sfortunato.

Q.A.O. è nata nel villaggio di Gollole.

Sua madre ha divorziato dopo aver scoperto la propria sieropositività ed è stata successivamente assassinata a sangue freddo.

Q.A.O. fu affidata alle cure del nonno, cieco e malato bisognoso anch’esso di assistenza.

CIPAD, informato dell’omicidio, dell’anziano cieco e di Q.A.O. rimasta senza cure e cibo, ha fatto visita alla famiglia e ha constatato i bisogni dell’umile anziano emaciato e affamato con Q.A.O. che appariva debole e malnutrita.

E’ stato spiegato all’anziano che c’era la possibilità di aiutare la bambina ammettendola a risiedere presso la casa famiglia del Villaggio Obbitu. Lui, dopo aver visitato il villaggio ha accettato e successivamente in breve tempo è morto.

CIPAD ha portato la difficile situazione di Q.A.O. all’attenzione dell’ufficiale governativo per la protezione dei minori che ha accettato di affidarla alle cure della casa famiglia del Villaggio Obbitu.

Accolta, le vennero forniti vestiti, biancheria da letto, … tutto il necessario per una decorosa sussistenza. Sentendosi a suo agio la vita di Q.A.O. cambiò subito in meglio.

Come per tutti i bambini del programma di assistenza offerto da CIPAD, anche a Q.A.O.  fu valutato lo stato di salute e quello nutrizionale da parte del personale sanitario qualificato. Effettuato il test HIV, risultò positivo al virus HIV. Si trattava di un caso di trasmissione da madre a figlia. La nuova sfida fu quella di somministrarle regolarmente i farmaci antiretrovirali e il rispettare l’aderenza alla terapia era il principale impegno giornaliero e mensile.

Q.A.O., abitando nella casa dei bambini di Obbitu, iniziò regolarmente il suo percorso scolastico completando senza particolari problemi gli 8 anni della scuola primaria.

Tuttavia,  mentre gradualmente Q.A.O. prendeva conoscenza della sua condizione e dell’uso dei farmaci antiretrovirali, è cresciuto in lei lo “stigma”.  Si sentiva diversa dagli altri perché era l’unica costretta a ingerire farmaci.

In molte occasioni ha smesso di assumerli arrivando persino a essere ricoverata in ospedale per infezioni opportunistiche. Divenne silenziosa, non partecipò più alla vita della comunità, e si affidò solo alla famiglia del Villaggio Obbitu per ottenere aiuto nei casi di necessità o malattia.

Nonostante tutta questa stigmatizzazione, è riuscita a completare anche la scuola secondaria.

CIPAD comunque si sentiva sconfitto nel non riuscire nei tentativi di rompere lo stigma e farle superare il proprio autoisolamento.

Q.A.O.  occasionalmente riceveva il supporto psicologico da parte del personale dell’ospedale di Sololo, ma questo non era costante e quindi Qabale si richiudeva nuovamente in se stessa. CIPAD si sentiva stigmatizzato lui stesso perché non riusciva ad aiutarla.

Q.A.O. era una bambina brillante ed era sempre tra le prime dieci della sua classe. Il suo risultato, prima degli esami di stato KCSE, fu essere il numero uno della sua classe. Ma il risultato del KCSE non fu eccezionale; ottenne solo un  un D+. Questo risultato spezzò il cuore a tutti. Ci si aspettava una prestazione migliore, per es.  un C+ che aprisse le porte consentendo l’ammissione di Q.A.O. all’università.

CIPAD promise che comunque il Progetto Sololo l’avrebbe sempre accompagnata fino a quando non avesse raggiunto il suo pieno potenziale e fosse diventata una giovane adulta autonoma e indipendente.

Q.A.O.  è rimasta a vivere nella casa famiglia del Villaggio Obbitu anche se non andava a scuola avendo terminato gli studi. Tuttavia era giunto il momento di metterla in contatto con i parenti e la gente preparandola a lasciare la casa famiglia di Obbitu per integrarsi nella comunità.

La svolta in questo suo percorso è avvenuta grazie al responsabile clinico dell’ospedale missionario di Sololo, il signor William Wario.

Il signor Wario ha convocato CIPAD per parlare del futuro di Q.A.O. e del rischio di stigmatizzazione e di insuccesso nelle cure una volta che fosse uscita dalla casa famiglia di Obbitu. CIPAD condivideva le preoccupazioni ed era sinceramente d’accordo con lui che prometteva che avrebbe fatto qualcosa al riguardo.

Durante i successivi incontri fu anche chiamata Q.A.O.  per chiederle se avrebbe accettato la proposta del signor Wario di cercare per lei un corso e un alloggio dove avrebbe potuto accedere per avere un orientamento e una valutazione per la formazione in assistenza sociale al fine poi poter partecipare in seguito a uno specifico corso che avrebbe formato lei ed altre persone nella sua stessa situazione a divenire operatori sociali specializzati in questo settore.

CIPAD ha subito promesso che avrebbe fornito tutto il supporto necessario.

A questo punto, il signor Wario ha consultato la casa famiglia delle suore della Carità e l’FHI di Marsabit in merito alla difficile situazione di Qabale, alla sua situazione medica e alla necessità di aiutarla a iscriversi poi all’università.

Entrambe le organizzazioni hanno accettato prontamente di sostenerla. Anche il dipartimento sanitario responsabile dell’orientamento e della consulenza è stato informato e sono state condotte apposite sessioni insieme al signor Kim di FHI.

Le suore della Carità hanno accolto Q.A.O. nella propria casa di cura ed è stata sensibilizzata sulla convivenza positiva con l’HIV e sulle altre esigenze sociali che avrebbe incontrato.

Grazie al Signor Wario, CIPAD, FHI e le Suore della Carità hanno garantito la partecipazione di Q.A.O.   al corso per assistente sanitaria della durata di 6 mesi, da maggio a dicembre 2025.

Il signor Kim ha contattato CIPAD comunicando che avevano assicurato un posto al campus KMTC di Marsabit, che sarebbe stata iscritta al corso di maggio, e che desideravano che CIPAD contribuisse alle spese scolastiche. CIPAD ha chiesto che gli fosse inoltrata la lettera di ammissione e l’ha condivisa con i donatori che entusiasti hanno prontamente approvato.

CIPAD a Marsabit ha incontrato Kim e Q.A.O.  discutendo con loro delle varie esigenze e tra queste una riguardava le uniformi scolastiche. E’ stato chiesto a FHI di contribuire alle uniformi dato che CIPAD pagava già le tasse scolastiche. FHI dopo una consultazione interna ha approvato la fornitura delle uniformi scolastiche ed anche di altri articoli personali.

Q.A.O.  ha compiuto 18 anni e tramite Kim dell’FHI e l’ufficio anagrafe, ha compilato i moduli di registrazione e ora ha una carta d’identità provvisoria in attesa che venga completata la procedura e rilasciata quella nazionale.

A Q.A.O. è stato fornito tutto il necessario per iscriversi al college e ora frequenta le lezioni ogni giorno, vivendo presso la casa di riposo delle suore della Carità.

Dopo aver completato con successo il corso, Q.A.O.  avrà acquisito: le conoscenze adeguate, un atteggiamento positivo e la pratica necessaria per fornire assistenza e supporto ai pazienti ospedalizzati.

Q.A.O.  ha superato la propria stigmatizzazione e ora aiuta altre persone come lei a combattere e superare lo stigma e ad avere una vita serena.

 

CIPAD continuerà a monitorare e supportare Q.A.O. a raggiungere l’obiettivo finale della sua formazione professionale.

Gufu Guyo

Presidente CIPAD