Io, “boomer”, la penso così.
Il problema è estremamente complesso ed io non sono un esperto.
Ttuttavia non sono d’accordo nel dare semplicemente un colpo di spugna per azzerare tutto.
- In linea di principio i debiti si devono sempre onorare … da parte di chi li ha creati.
- Non è detto i che debiti in danaro non si possano saldare con altri generi alternativi al danaro
In forza a questi due postulati, io ritengo che:
- i popoli indebitati lo siano divenuti a causa di scelte, egoistiche e sconsiderate, non certo fatte da chi vive in capanne. Opera dei loro governanti; che sovente non li rappresentano e neppure sono espressione, della volontà popolare. Scelte di condotte nazionali che il più delle volte non hanno generato benefici agli ultimi che avrebbero dovuto rappresentare.
- Proprio per un senso di profonda giustizia verso la popolazione, il debito della nazione non va cancellato; eventualmente trasformato a favore della stessa popolazione.
- Si deve onorare il debito giusto, ossia quello contratto e non quello lievitato artificialmente come per es. avviene con tassi da usura o con la variazioni degli stessi indipendente dall’economia della nazione indebitata.
- Azzerare il debito giusto, significherebbe offrire la possibilità ai governanti di ricominciare da capo ad indebitarsi lasciando, con molte probabilità, invariato il sistema a scapito dei più deboli.
- Il debito può essere rimborsato con la cessione delle materie prime che si trovano nella nazione debitrice. Con valori delle stesse riferiti ai reali valori del mercato internazionale e non più a quelli possibili solo con lo sfruttamento e con condizioni di lavoro disumanizzanti.
- Si potrebbe estinguere il debito alla nazione qualora questa realizzasse opere sociali dal valore pari al debito. Es. scuole, ospedali, infrastrutture… Questa potrebbe essere una formula per la restituzione alla popolazione di quanto i loro governanti hanno sottratto prima.
- Con un pizzico di altruismo e molto meno egoismo, sono convinto che si possano trovare tantissimi modi per soluzioni eque e giuste; senza scaricare ulteriori pesi su chi neppure riesce a sopportare quelli che ha già.