Io, “boomer”, la penso così.
Anche questo è “progresso”.
Ci è stato richiesto, da chi qui in Italia ha partecipato al finanziamento, un certificato governativo del Kenya che attesti che le casette semi permanenti, che stiamo costruendo per la gente più povera di Sololo, siano state realizzate nel rispetto dei criteri di stabilità. Non è stato precisato se occorresse anche la documentazione antisismica e/o nel futuro anche una certificazione anti mafia.
Le costruzioni in oggetto sono poco più di una capanna con pit latrina. Il loro costo di circa 2.500 euro l’una e il capitolato dei materiali da costruzione impiegati chiariscono da soli di cosa si tratta.
Per i beneficiari che hanno ricevuto queste costruzioni, si è realizzato un sogno alternativo all’essere obbligati a dormire direttamente sotto le stelle. Ciò nonostante a me ricordano tanto la fiaba dei tre porcellini ed il soffiare del lupo.
Ritengo che questa richiesta dei finanziatori sia stata doverosa e corretta. La legge è legge, e la legge nazionale del Kenya la prevede; noi per questo l’avevamo già rispettata.
Confesso comunque, che sono rimasto un po’ sconcertato. Ancora adesso, qualcosa sembra sfuggirmi. Apprezzo l’avanzare del progresso (da capanna a casetta semipermanente con annesso gabinetto); approvo la necessaria burocratizzare di un ‘area semidesertica e sperduta; anche e non ultimo per il suo ruolo “educativo sociale”… Ma c’è anche il dovuto rispetto del buon senso che deve ordinare le priorità secondo l’importanza delle azioni da compiersi.
Dopo qualche sorriso di spontanea ilarità, ho girato la richiesta ricevuta ai costruttori locali, con la curiosità di vedere quale sarebbe stata la loro reazione. E’ stata stupenda. Si sono sentiti orgogliosi e fieri di essere stati presi in seria considerazione anche nella qualità del loro lavoro.
Adesso è certificato, anche da loro stessi, che queste costruzioni sono a norma di legge.